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martedì 11 marzo 2014

11 Marzo: FESTA DI ARTEMIDE

Diane de Versailles
In occasione della festa di Artemide, voglio postarvi una breve storia su questa dea.

Nella mitologia greca Artemide era la divinità della caccia (signora della natura selvaggia) e la protettrice dei giovani e delle donne. In particolare contrasto con la voluttuosa Afrodite, era associata con l'amore casto; descritta come sottile e atletica, spesso è in compagnia di un cervo. Era sorella gemella di Apollo e figlia di Zeus e di Latona. Artemide venne anche associata con la luna, e perciò successivamente con Selene, dea-luna. Un altro dei suoi nomi fu Cinzia, dal monte Cinto, nell'isola di Delo, su cui sarebbe nata. Per i romani era Diana.
Nel suo ruola di protettrice delle donne, Artemide fu spesso chiamata a dare una morte dolce e priva di sofferenza, e si diceva che le donne che morivano così erano state uccise da una sua freccia. Tra i suoi più ardenti ammiratori fu Ippolito, figlio dell'eroe ateniese Teseo.

INNO AD ARTEMIDE
Fonte: www.ilcerchiodellaluna.it

Dea selvaggia
Signora degli animali
Dei boschi inesplorati
E delle paludi
Delle terre di nessuno
Ai confini
Del mondo abitato
Dove Natura
Regna sovrana
Con la sua legge
Spietata E feconda

Tu che vergine sei
E per sempre
Dei parti Assisti
L’esito felice
Perché innumeri
Siano abitate
Da umani e da fiere
Le pendici del monti
E le vaste pianure

Tu che ai confini
Dei territori segnati
Stabilisci
La tua incerta dimora
Accogli Chi ai margini vive
Per qualunque motivo
E consenti un incontro
Tra lontani
Impossibile
Al di fuori di te

Agli scambi
Concedi i tuoi auspici
Di cose e di devoti pensieri
E sul gioco perenne
Di preda e predatore
Veglia per sempre

Tu Che della caccia
Che ha sapore
Di morte e di vita
Sei la sovrana

Il tuo arco dorato
E le implacabili frecce
Accosti A quello del divino Fratello
Che riluce della luce del sole
Tu che le notti
E il chiarore di luna
Abiti, nascosta
E incontrastata

La Moira spietata
Ed un Padre invincibile
Ed un Fratello splendente
Ti condannarono, forse,
al sacrificio
delle unioni d’amore
delle nozze
e della gioia del parto
Ma ti inebri del grido
Della preda ferita
E dei canti di fanciulle
Innumerevoli
Che al tuo volto
Sacrificano
Il vergine fiore

Di te
Non dimentichiamo
Il nome che soccorre
Quando sperduti
Ci trovassimo
In terre senza nome
E la tua freccia
Sicura
Trafigga il nostro cuore
Quando l’ora sia giunta
E non abbandonarci
Alle angosce
Di una lunga agonia*


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Per maggiori informazione su Artemide cliccate qui.

* - Inno di "Omericchio" Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it il 13 dicembre 2006